flessibilità

Lui non risponde, continua a fare cio' che vuole. Io mi innervosisco, non lo sopporto, non lo voglio. Muso contro muso. Il potere, pero', e' mio: quello della forza fisica e della statura. Scappano sberle, sguardi minacciosi, pianti trattenuti e poi esplosi. All'interno (di me) scattano strani meccanismi quasi incontrollabili, seguiti da sensi di colpa di pari entità; al suo interno forse c'e' solo incomprensione di tanta aggressività, sottomissione e inconsapevole resistenza. Sto parlando di me e di mio figlio di quasi cinque anni.
La spirale di nervosismo e violenza sarebbe andata avanti per lungo tempo. Se non fossero sopraggiunte parole provvidenziali da parte di un adulto, stipendiato dallo stato, che cura mio figlio tutti i giorni in un luogo pubblico poco distante da casa. Mi dice (per interposta persona) che mio figlio e' ancora piccolo, non si puo' pretendere che mangi da solo, che si vesta, che si lavi, che si comporti come un bambino di 6, 7 anni... sono operazioni complesse, in lui manca ancora la concentrazione sull'obbiettivo... E' bastato veramente poco. Ci sarei potuto arrivare da solo, ma non ci sono arrivato. Mi sono tranquillizzato, ho visto mio figlio come un bambino piccolo, bisognoso di continui aiuti e stimoli e non come un pigro, menefreghista, arrogante adulto che non risponde, che fa altro, che non aiuta e pretende. Questa cosa era li davanti ai miei occhi: invece di correre e di pretendere cose dettate dall'ansia personale (adulta), avrei fatto meglio a fermarmi e pensare un po' di piu'.
E dire che lui, il bambino, stravede per me.

Commenti

onelia ha detto…
la mamma che ti dice che è piccolo non ti soddisfa, è un'alleata del rognoso, è la sua avvocata, è lei che lo vuole difendere. età anagrafica 4. mettiamoci pure i sei mesi in eccesso. fa sempre meno di 5. non c'è intenzionalità nel suo perdersi ogni volta che deve mettersi le scarpe.