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Tokyo - Hara Museum - (ART MAMA di Tatsumi Orimoto)
Faccio riferimento al terremoto giapponese di magnitudo 9 dell'11 marzo 2011.
Forse mai terremoto/maremoto di tale intensità è stati documentato con cosi' tanti video e fotografie, praticamente in diretta.
 La tragedia entra nelle case di tutto il mondo. E le diverse testate giornalistiche fanno a gara per pubblicare i video della tragedia: durante (attraverso video amatoriali) e dopo.
Non sono mica contro l'uso di questi mezzi informativi, per l'amor di dio (o di buddha, visto il luogo geografico in questione). Anch'io ho guardato le varie scene e le fotografie proposte (su Repubblica.it - corriere della sera online, la stampa.it, il fatto quotidiano, il manifesto...). Pero' mi disturba la pubblicità. Possibile che prima di vedere un video in cui del fango di sicuro ricopre migliaia di cadaveri mi tocca subire 10 secondi di uno che mi vuole vendere lavatrici? o se mi metto a guardar le fotografie e a leggere gli articoli, per esempio di repubblica, sullo sfondo, belli colorati, trovo gli ultimi modelli di TV e di cellulari?
Ok, l'online campa di pubblicità... ma c'e' qualcosa che stride, che non mi quadra.
Da un lato abbiamo una retorica generalizzata di catastrofismo da bar/solidarietà internazionale (siamo una grande famiglia, la natura e l'uomo che cerca di domare le forze distruttrici, uniti al dolore dei sopravvissuti, etc etc) dall'altro pero' c'e qualcuno non tanto virtuale che si aggira tra gli sponsor e propone loro a prezzi decisamente alti di pubblcizzare i propri prodotti prima di quei video che saranno poi visti da milioni di persone in tutto il mondo. E cosi' tra titoloni strillati, notizie riproposte in mille salse diverse e video elencati senza capo ne coda il dubbio di un'informazione messa in piedi al solo scopo di fare soldi e attirare visite sulle proprie pagine viene. E' vero che e' un po' l'anima del web: cercare tra tante notizie e tanta immondizia cio' che piu' ci aggrada... ma santissimo buddha e' cosi' difficile raccontare un terremoto senza essere di continuo disturbati dal direttore commerciale che per l'emozione del fortunato evento sta vendendo spazi e facendo soldi come mai fino ad ora?
Monte Fuji, salvaci tu (ma soprattutto benedici i tanti giapponesi deceduti)

POSTILLA:
Il festival delle banalità e inutilità:

PRIMO PREMIO
"In Giappone, con il cuore" di Laura Cuppini
da Corriere.it

SECONDO PREMIO
"L'abitudine al dolore è dentro il destino" di VITTORIO ZUCCONI
da Repubblica.it

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